Essere Horror

Arriva il film antologico “After Midnight 2” ideato da Davide Pesca in collaborazione con Francesco Longo. Rassicuriamo chi non avesse mai visto il primo “After Midnight”, distribuito dalla Home Movies, e volesse vedere solo questo seguito, che può fruire il film in modo a sé stante in quanto le storie non hanno alcuna correlazione con quelle narrate nel primo capitolo: si tratta solamente di un seguito spirituale.

I cortometraggi sono legati tra loro grazie ad un episodio speciale, diretto da Nicola Pegg, che introduce i corti stessi. Gli spettatori sono accompagnati con una visuale in prima persona all’interno di alcune stanze d’albergo, nelle quali troveranno i rispettivi episodi che compongono questa antologia.

Prima di iniziare la/e recensione/i, è d’obbligo fare una premessa sui giudizi. Per ogni corto daremo un voto da 1 a 10 e diremo ciò che ci è piaciuto e cosa, secondo noi, poteva essere migliorato. Questo perché una vera recensione non può essere tutta rose e fiori, ammenoché non siate Kubrick. Quindi diffidate sempre da chi esalta senza alcuna critica un prodotto. Buona lettura.

Questo primo episodio “KHALIMBU” diretto da Nicola Pegg, ha come punto focale della narrazione il ritrovamento di un libro maledetto. Le atmosfere sono piuttosto suggestive grazie a una buona fotografia e a delle belle location. Sono presenti anche dei virtuosismi di macchina davvero niente male, si intuisce che Nicola ha una buona mano. Tuttavia, al cortometraggio, avrebbe sicuramente giovato in termini di ritmo qualche taglio in più e qualche dialogo in meno. Questo andrebbe sempre tenuto in considerazione quando non si hanno a disposizione attori professionisti. Detto questo, quindi, i dialoghi dovrebbero sempre essere ridotti all’osso in modo che non rovinino la sospensione dell’incredulità; di conseguenza le azioni dovrebbero parlare più dei personaggi stessi.
Voto: 6,5

Eccoci a “MANDROGORAS”, diretto da Francesco Longo. Segmento che vede Davide Pesca nelle insolite vestiti attoriali interpretare un uomo violento e irrispettoso che vive in una casa di campagna assieme alla propria compagna. I dialoghi sono ridotti all’osso per dare spazio a situazioni grottesche e intrise di mistero. Un connubio che tanto piace a noi amanti del genere horror. Si può leggere tra le righe anche una certa denuncia sociale: quella della violenza domestica. In definitiva il corto è ben strutturato e scorre bene. Possiamo trovare qualche piccola sbavatura di sound design e di audio in generale, tuttavia non inficia l’esperienza generale.
Voto: 7

Il terzo episodio, “SOLTANTO PAROLE”, è diretto da Daniele Misischia, conosciuto dai più per aver diretto un film uscito nelle sale dal titolo “The End? L’inferno Fuori”, prodotto dai Manetti Bros. Il corto segue le vicende di un misterioso passaparola sussurrato all’orecchio che passa di personaggio in personaggio. Cosa si staranno dicendo i protagonisti? La risoluzione della narrazione è data in mano allo spettatore che si divertirà a fare congetture di significato metaforico o meno. Girato in bianco e nero il tutto risulta molto elegante e lineare nonostante la trama criptica. Gli attori sono tutti in parte e molto bravi nonostante non ci siano dialoghi. Unica cosa che si poteva ricercare con più attenzione e cura è qualche location più d’atmosfera dall’uso meno “comune”.
Voto: 7,5

Arriviamo ora ad “IPOCONDRIA” di Davide Pesca, regista conosciuto nel panorama underground per i suoi lavori estremi e la sua bravura nel creare effetti artigianali di make-up. Davide mette in scena anche in questo cortometraggio qualcosa di forte visivamente, incentrato su una ragazza che decide di rinunciare alla medicina tradizionale e ai dottori in seguito ad un lutto inaspettato. Oltre ai consueti ingredienti “Peschiani”, possiamo scorgere una certa denuncia sociale nei confronti della malasanità. Buoni gli effetti di lattice e sangue che si mescolano bene ad una regia sporca e grezza. Anche in questo caso se il sound design fosse stato curato un po’ più, il cortometraggio ne avrebbe giovato sicuramente in termini di qualità generale. Tuttavia alcune sbavatura non vanno a compromettere la visione di un prodotto che non vuole compiacere, ma indirizzato ad un certo tipo di pubblico ben preciso.
Voto: 6,5

“FERALIA” di Davide Cancila vede la ricerca disperata da parte di un uomo verso la propria amata sparita all’improvviso e in circostanze misteriose. Il corto è molto professionale: ben recitato, diretto e dalla buona fotografia. Tutto è al posto giusto e la narrazione scorre limpida e lineare, senza particolari sconvolgimenti. Troppo verbosa la parte centrale seppur propedeutica per il finale.
Voto: 7

Ecco il quinto cortometraggio, “ABYSSUS” di Fabrizio La Monica, che mette in scena un prete che dovrà fare i conti con un passato torbido e ormai creduto sepolto. Davvero complimenti all’attore protagonista che veste i panni del parroco, incredibilmente in parte sia a livello visivo che attoriale. Bellissima la scena della vasca che vanta un’ottima fotografia e una bellissima location sporca e malsana: in pratica lo specchio della situazione narrata. Purtroppo non si può dire lo stesso della cucina dove si svolge il dialogo tra i due personaggi, un po’ troppo “abbiamo solo questa location, usiamo questa”. Interessante è la critica che muove il corto contro le figure istituzionali ecclesiastiche, ritenute dai più intoccabili e senza macchie.
Voto: 7,5

“CHE GITA DI MERDA” di Roberto Albanesi è: parrucche, baffi finti, satanisti vestiti con sacchi dell’immondizia e demoni in calzamaglia e mutande. Il regista torna a lavorare con i protagonisti (Dante e Farga) del suo più grande successo “Dante va alla Guerra”. Catapulta i due personaggi in un mondo surreale, grottesco e fatto di assurdità. Siamo di fronte a una commedia horror che poco si sposa con l’atmosfera generale degli altri cortometraggi. Tuttavia il tutto risulta abbastanza divertente. Bella l’ambientazione del bosco dove si svolge gran parte della vicenda narrata. È palese che sia un prodotto fatto senza pretese con l’unico intento di divertire.
Voto: 6,5

“IL DEBITO” di Luca Bertossi é un dramma familiare che ruota attorno a tre fratelli che hanno appena perso la madre. Gli attori sono abbastanza bravi nella rappresentazione di una storia di “fantasmi” e mistero. Si nota anche un certo impegno sia alla regia, con alcuni virtuosismi di macchina, sia alla sceneggiatura. Tuttavia le recitazioni non convincono fino in fondo a causa dei troppi dialoghi. Come già detto poche righe fa per un altro corto, quando non si hanno attori professionisti sarebbe buona cosa far parlare più le azioni che i personaggi stessi.
Voto: 6,5