Essere Horror

Ecco che la Cg entertainment ci porta in home video questa piccola perla attesa da molti: “Charlie Says” del 2018 per la regia di Mary Harron.

Karlene Faith è una ricercatrice che lavora con tre giovani donne della Manson Family, entrate a far parte della setta dopo aver subito il lavaggio del cervello. Condannate alla pena di morte per il coinvolgimento nei crimini durante i quali furono assassinate nove persone, compresa l’attrice Sharon Tate, la loro pena fu in seguito convertita in ergastolo. Karlene Faith tenta di rieducare le tre donne mentre lentamente comprendono l’efferatezza dei crimini commessi.

Charlie Says narra la storia vera della Manson Family. Pertanto, prima della visione, è consigliabile conoscere bene le vicende di questa “setta” e del massacro da loro perpetrato per comprendere appieno i fatti narrati nel film. Quindi per chi volesse scoprire, o solamente approfondire, si possono trovare centinaia di libri, articoli, trattati e documentari online.

La regista Mary Harron, che è colei che ha dato vita al cult di American Psycho, mette in scena un racconto molto intimista. Infatti la trama invece di focalizzarsi sugli omicidi e le barbarie della famiglia, si sofferma più sulle persone che la compongono, soprattutto sulle tre ragazze del caso Tate ed il loro percorso di redenzione e presa di coscienza.

È vero che il film punta quasi completamente sull’aspetto psicologico, ma non mancheranno di certo, seppur in modo dosato, scene più cruente e sanguinose. Anche se l’azione dell’omicidio vero e proprio è tenuta sempre volutamente fuori scena, e ciò che mostra la regista allo spettatore è solo l’omicidio già avvenuto ovvero il cadavere esanime della vittima, i suoni, le urla e l’atmosfera vi metteranno in uno stato d’angoscia veramente disturbante. E tutto ciò senza vedere l’azione in sé. L’immaginazione e l’evocazione di qualcosa a volte è più terribile della visione stessa.

La “pellicola” punta sul fattore umano, mostrando il “dietro la maschera” del mostro, cercando di far comprendere che a volte il carnefice è vittima lui stesso. Lo scopo è quello di umanizzare persone che hanno compiuto atti indicibili, ma senza la presunzione di inculcare nello spettatore un pensiero buonista. Emblematica infatti è la domanda che viene posta alla ricercatrice, colei che cerca di dare una seconda possibilità alle tre omicide: “saresti così propensa nell’aiutarle, se avessero massacrato tua sorella?”. Cercare di comprendere o meno delle ragazze che hanno compiuto degli omicidi così brutali, anche se sotto l’influenza di qualcuno che le guidava, spetterà solo a voi. Il quesito è semplice: e se il carnefice fosse a sua volta una vittima?

In definitiva Charlie Says è un film che ho adorato: lento, ma mai noioso, terribile e al tempo stesso affascinante. Un film per gli amanti del buon cinema d’autore, che ha oltretutto il merito di ricordarci fatti di cronaca così terribili che mai più dovrebbero ripetersi.

Il film è stato presentato alla 75° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2018, Sezione Orizzonti
Tribeca Film Festival

CAST

Regia: Mary Harron. Con Hannah Murray, Sosie Bacon, Marianne Rendón, Merritt Wever, Suki Waterhouse